Ritrovo a Torino e partenza in pullman privato per Milano.

Arrivo alla Galleria d’Arte Moderna ospitata nella splendida Villa Reale, capolavoro neoclassico impreziosito da sculture di tema iconografico ideato dal Parini e affreschi di Andrea Appiani.

Visita alla mostra “Pellizza da Volpedo (1868-1907). I capolavori” che occupa gli spazi espositivi affacciati sul suggestivo parco all’inglese e la sala del Quarto Stato, monumentale quadro icona di recente rientrato nella sua sede storica dopo un periodo al Museo del Novecento. “Arte per l’umanità” e manifesto del realismo sociale, il Quarto Stato emerge in tutta la sua potenza espressiva, corroborata dalla tecnica a tocchi di colore puro che creano una fitta trama di pennellate filamentose, dialogando con alcuni coevi capolavori assoluti, in particolare le grandi rappresentazioni di Previati e Segantini e i meticolosi quadri divisionisti di Morbelli. A cornice, sono esposti alcuni cartoni preparatori e i tasselli intermedi Ambasciatori della fame e Fiumana, documentando la genesi dell’opera più famosa di Pellizza e il suo profondo legame con l’arte somma del passato, che egli rievoca in modo del tutto personale all’interno di un soggetto pieno del suo tempo.

Con importanti prestiti, l’esposizione allinea 40 opere – molte per un artista scomparso trentanovenne – che ripercorrono l’intera, inquieta e spesso sofferta carriera artistica di Pellizza, svelandone anche i capolavori meno noti: dalla formazione a Brera negli anni della Scapigliatura, agli esordi vicini al Realismo, ai contatti con i Macchiaioli e col particolare Simbolismo bistolfiano sino all’approdo al Divisionismo, condiviso con altri grandi interpreti e sperimentatori di una tecnica destinata a imprimere un segno profondo nella generazione successiva, specie nell’avanguardia futurista. Epilogo del percorso espositivo sono i capolavori degli ultimi anni, legati alla cruciale svolta tematica sui “soggetti eterni”, precedenti il suicidio.

Pranzo libero.

Nel pomeriggio, passeggiata a piedi seguendo un sorprendente itinerario nella zona di corso Venezia, cittadella del Liberty milanese e autentico museo a cielo aperto ricco di preziose singolarità per una élite imprenditoriale e culturale.

Di fronte alla Galleria d’Arte Moderna si estende il primo parco pubblico della città, gioiello botanico creato nel ‘700 e ora dedicato a Indro Montanelli. Lo chiude a levante corso Venezia, antica strada di Porta Orientale, cardine di una zona fra le più esclusive, connotata dalla crème dell’architettura milanese.

Proteiforme corrente di gusto che trionfa in quello stesso 1902 in cui al Quarto Stato è riservata solo indifferenza, il Liberty ha in Palazzo Castiglioni il suo primo e più compiuto vertice meneghino, con una fronte posteriore tutta da scoprire e interni stupefacenti, che avremo il privilegio di visitare in esclusiva. Sito di manzoniana memoria, perché da qui Renzo Tramaglino abbandona Milano verso Bergamo, ha visto competere nei secoli tutti gli stili nella declinazione più audace e preziosa sino al Déco e alle bizzarrie dell’Eclettismo di ritorno.

Dal grandioso Palazzo della società Buonarroti-Carpaccio-Giotto un arco monumentale segna l’accesso a Piazza Duse e al Quadrilatero del Silenzio, che ha avuto fra i suoi estimatori Manzoni, Parini, Beccaria e Stendhal, oggi elitario palcoscenico per le dimore di una scelta e colta aristocrazia industriale, fautrice di palazzi e giardini che celano gemme rare, come l’orecchio-citofono dei desideri, il “jazz architettonico”, un palazzo giardino e colonie di fenicotteri rosa.

Dopo vent’anni è tornata alla città Piazza Quadrilatero, la sala museale a cielo aperto più grande al mondo, celata nel cuore del distretto della moda, sito ideale per una sosta tra stupefazione e lusso. Il neoclassico Palazzo Bovara ospitò Stendhal e il sontuoso Palazzo Serbelloni accolse Napoleone, mentre in lontananza si staglia la Torre Snia-Viscosa, primo grattacielo di Milano.

Partenza per Torino e arrivo nel tardo pomeriggio.